MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 5-n°3| dicembre 2016
NON DEVI ESSERE UNO STUPIDO PER ESSERE INGANNATO: UN’INTERVISTA CON ROBERT CIALDINI. AGGIORNAMENTO
Di Cathrine Moestue
Il seguente articolo dal titolo originale You Do Not Have to Be a Fool to Be Fooled: An Interview With Robert Cialdini, Updated, è stato pubblicato su ICSA TODAY, vol. 7| n° 3| 2016. L’originale si trova qui: http://www.icsahome.com/articles/you-do-not-have-to-be-a-fool-to-be-fooled-doc. Gli autori, Cathrine Moestue e Robert Cialdini e l’International Cultic Studies Association, proprietaria della rivista, ne autorizzano la traduzione e la pubblicazione su questo giornale.
Traduzione non professionale di Cristina Caparesi.
Cos’è che fa in modo che le persone lascino le loro vite confortevoli in Occidente e dicano di sì a dei reclutatori che li fanno viaggiare in Siria per sacrificare non solo i loro diritti democratici, ma anche i loro legami familiari e la loro vita per un causa non verificabile -una causa per la quale le scritture religiose sono contorte e il suicidio è riformulato come un onore? Chi nel pieno delle sue facoltà mentali direbbe di sì a tutto ciò?
leggi l’articolo: non devi essere uno stupido per essere ingannato
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 5-n°2| agosto 2016
LE NUOVE FRONTIERE DEL JIHAD
Marco Lombardi, Docente all’Università Cattolica di Milano, Direttore di Itstime, Gruppo di Ricerca Sicurezza Terrorismo Società, Univ. Cattolica
La questione della radicalizzazione è al centro dell’interesse degli studi sul terrorismo: è infatti essenziale comprendere quale sia il processo di sviluppo di un atteggiamento radicale violento che, nello specifico, porta ad aderire a Daesh. L’intervento colloca innanzitutto la questione nel contesto più ampio della Guerra Ibrida, orami una chiave cognitiva importante per comprendere il terrorismo internazionale. E poi approfondisce, sulla scorta di alcuni esempi, alcune vie di radicalizzazione e gli strumenti che la promuovono. In particolare si cercherà di evidenziare come, soprattutto alla luce di recentissimi eventi, la comprensione della radicalizzazione soffra dell’affermarsi di alcuni stereotipi che non rendono conto di un processo complesso, variegato e in rapida evoluzione.
apri il power-point: le-nuove-frontiere-del-jihad
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 5-n°1| aprile 2016
PROCESSI PSICOLOGICI DI RADICALIZZAZIONE VIOLENTA
Cristina Caparesi
Premessa
La ricerca psicologica ha affrontato il tema del terrorismo con teorie di approccio psicopatologico, psicoanalitico (la teoria dell’identità; del narcisismo, della paranoia; apocalittiche/totalitarie); cognitivo (teoria della ricerca della novità; dell’umiliazione-vendetta)e dei processi di gruppo. Ci sono delle barriere oggettive per poter sviluppare un modello esaustivo di psicologia del terrorismo quali, ad es., l’accesso ai membri ed ex-membri dei gruppi terroristici e ad informazioni che li riguardano, i problemi linguistici, quelli logistici ed economici. Il terrorismo non è un fenomeno omogeneo e quindi l’idea di generalizzare la psicologia del terrorismo a tutte le sue forme è problematica.
aprire l’articolo: processi-psicologici-di-radicalizzazione-violenta
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 4-n°2| agosto 2015
Oltrepassare i limiti terapeutici
Di Miguel Perlado
Il seguente articolo dal titolo originale El Traspaso de los límites terapéuticos: sectas pseudopsicoterapéutica è stato pubblicato originalmente in versione spagnola e catalana presso il seguente link http://revista.aiiap.org/el-traspaso-de-los-limites-terapeuticos/ L’autore e l’ Asociación Iberoamericana para la Investigación del Abuso Psicológico (AIIAP) proprietaria della rivista TRAS|PASOS, ne autorizzano la traduzione e la pubblicazione su questo giornale.
Traduzione non professionale di Giorgio Fabbro.
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Quando si parla di abuso della nostra professione si tende a pensare, in generale, a un semplice truffatore o a un ciarlatano che si fa passare per professionista. In questa presentazione desidero descrivere brevemente una modalità che va oltre l’abuso della professione per arrivare al settarismo. Il termine “setta”, che suona male ma dà l’idea, indica un’organizzazione che punta a rapporti di relazione molto chiusi e dogmatici, dove un soggetto è posto in una posizione di potere ed esercita un’influenza sproporzionata e non etica sui propri seguaci.
leggi qui: Oltrepassare i limiti terapeutici
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 4-n°1| aprile 2015
Sette: Un disastro naturale. Guardare al coinvolgimento nei gruppi settari attraverso le lenti del trauma
Di Shelly Rosen
Trauma Studies Center, Institute for Contemporary Psychotherapy
Il seguente articolo dal titolo originale “Cults: A Natural Disaster- Looking at Cult Involvement Through A Trauma Lens” è stato pubblicato su International Journal of Cultic Studies, vol. 5| 2014, 12-28. L’autrice e l’International Cultic Studies Association, proprietaria dello stesso giornale scientifico, ne autorizzano la traduzione e la pubblicazione su questo giornale . L’articolo in lingua originale può essere letto qui:
http://www.icsahome.com/articles/cults-a-natural-disaster
traduzione non professionale di Giorgio Fabbro
revisione di Cristina Caparesi
leggi qui: sette_un disastro naturale_guardare al coinvolgimento nei gruppi settari
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 3-n°3| dicembre 2014
Processi di adesione e permanenza nei gruppi manipolativi
Alcune riflessioni sul processo del settarismo
Di Miguel Perlado
“[...] oltre a circoscriversi ai rapporti interpersonali, la seduzione è diventato il processo generale che tende a regolare il consumo, le organizzazioni, le informazioni, l’educazione, i costumi [...] la vita delle società contemporanee, guidata ora da una nuova strategia che soppianta il primato delle relazioni [...] a beneficio di una apoteosi di seduzione [...] “.
——– Lipovetsky 1983
traduzione non professionale di Cristina Caparesi
leggi qui: Processi di adesione e permanenza nei gruppi manipolativi
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 3-n°2| agosto 2014
ESTREMISMO DI ESTREMA DESTRA: UNA DEFINIZIONE DEL PROBLEMA
Da VECCHIE MINACCE E NUOVI APPROCCI: AFFRONTARE L’ESTREMISMO DI ESTREMA DESTRA
di Vidhya Ramalingam
Il seguente capitolo, dal titolo Defining the problem, fa parte dello studio dal titolo originale Old Threat, New Approach: Tackling the Far Right Across Europe pubblicato dall’Institute for Strategic Dialogue, che ne autorizza la traduzione e pubblicazione. L’articolo integrale, posizionato al secondo capitolo dello studio, può essere letto, in lingua originale nel seguente sito:
http://www.strategicdialogue.org/ISD_New_Approach_Far_Right_Report.pdf
traduzione non professionale di Cristina Caparesi
LA DEFINIZIONE DEL PROBLEMA
L’Europol definisce i gruppi terroristici di estrema destra come quelli che ‘cercano di cambiare l’intero sistema politico, sociale ed economico su un modello di estrema di destra, ‘le cui radici ideologiche ‘di solito possono essere fatte risalire al Nazionalsocialismo’ [5] . L’estrema destra è un concetto molto più ampio che comprende una vasta gamma di gruppi con ideologie diverse, che vanno dalle bande di strada giovanili, meno ideologiche, alle cellule terroristiche neo-naziste, agli attivisti anti-Islam e ai partiti registrati che cercano di influenzare il cambiamento attraverso il sistema politico. Ci sono, tuttavia, alcune caratteristiche da definire: il razzismo, la xenofobia, l’ultranazionalismo e l’autoritarismo che, il più delle volte, si manifestano in modo antidemocratico o anti-liberale [6].
leggi qui: ESTREMISMO DI ESTREMA DESTRA_UNA DEFINIZIONE DEL PROBLEMA
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 2-n°3| dicembre 2013
GIUSTIFICAZIONI RELIGIOSE PER L’ABUSO SESSUALE SUI BAMBINI NELLE SETTE E NELLE RELIGIONI ALTERNATIVE
Stephen A. Kent
Università di Alberta, Edmonton, Alberta, Canada
Il seguente articolo dal titolo originale Religious Justifications for Child Sexual Abuse in Cults and Alternative Religions è stato pubblicato su INTERNATIONAL JOURNAL OF CULTIC STUDIES, vol. 3| 2012. L’autore e l’International Cultic Studies Association, proprietaria del giornale, ne autorizzano la traduzione e la pubblicazione su questo giornale. Traduzione non professionale di Giorgio Fabbro e Cristina Caparesi.
Abstract
Questo articolo identifica otto giustificazioni a tema religioso che i pedofili hanno usato per scusare gli abusi sessuali di minori nelle sette e religioni alternative che operano in occidente. Queste ideologie sono: a) il patriarcato scritturale occidentale; b) l’incesto patriarcale scritturale; c) le spose bambine del patriarcato e della poligamia; d) il millenarismo; e) l’antinomismo; f) sesso come mezzo di salvezza; g) sesso come salvezza; e h) il livellamento di tutte le forme di sesso come ugualmente decadute. Nell’ancorare l’abuso nelle giustificazioni basate teologicamente che sono prontamente disponibili in uno o più gruppi religiosi alternativi o sette, abbiamo un insight di come lo sfruttamento sessuale diventa legittimato in alcuni sottogruppi della società. Dietro le direttive dei leader, questi sottogruppi ricevono delle teologie che permettono forme di abuso sessuale del bambino che sembra normativo perché appare abbiano delle giustificazioni divine per sostenerle.
leggi l’articolo: giustificazioni religiose per l’abuso sessuale sui minori
bibliografia per lo studio: Bibliografia Kent
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 2-n°2| agosto 2013
UN’ANALISI PSICOSOCIALE DEL TERRORISMO IN QUANTO SETTA
Il seguente articolo, dal titolo originale A Psychosocial Analysis of the Terrorist Group As a Cult, è stato pubblicato su International Journal of Cultic Studies, vol. 1-no. 1 2010, pg.49-60. Gli autori e l’International Cultic Studies Association, proprietaria dello stesso giornale scientifico, ne autorizzano la traduzione e la pubblicazione su questo giornale. Traduzione non professionale di Cristina Caparesi.
Álvaro Rodríguez-Carballeira, Javier Martín-Peña, Carmen Almendros, Jordi Escartín, Clara Porrúa e Massimo Bertacco.
*Università di Barcellona **Università Autonoma di Madrid*
Abstract
Questo lavoro si propone di realizzare un’analisi de funzionamento interno dei gruppi terroristi a partire dalle dinamiche che sono tipiche delle sette coercitive. Da una prospettiva psicosociale, si descriveranno le principali caratteristiche che definiscono entrambi questi gruppi e si analizzeranno i distinti processi di interazione che si producono in entrambi. Ci focalizzeremo primariamente sulle interazioni tra i tre elementi fondamentali, la persona, il gruppo e il suo ambiente sociale. Particolare attenzione è data a quei fattori che facilitano i vincoli dei soggetti in entrambi i tipi di gruppo. Successivamente, si approfondiscono le strategie di abuso psicologico che vengono usate da certe sette per reclutare e sottomettere gli adepti. Si ritiene che queste strategie combinino elementi di influenza sociale e meccanismi di persuasione con altre forme di controllo, manipolazione e coercizione. Infine si considererà in che misura queste strategie potrebbero essere applicate anche per i gruppi terroristi, facendo un bilancio tra similitudini e differenze che emergono nell’intersezione tra i due gruppi.
leggi l’articolo: un’analisi psicosociale del gruppo terrorista in quanto setta
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 2- n°1| aprile 2013
LE SOSTANZE PSICOTROPE NELLE SETTE
Silvana Radoani
Premessa
Quando si parla di sette si accenna spesso sommessamente all’uso indiscriminato di sostanze stupefacenti che porterebbero le persone in uno stato confusionale per il quale l’uscita dalla setta stessa diverrebbe impossibile, così come la possibilità di pensare e decidere autonomamente. In realtà sono davvero rare le sette, o le ideologie religiose italiane che fanno uso di stupefacenti e soprattutto non tutte le droghe sono usate nei medesimi gruppi.
Alcuni stupefacenti vengono usati invece da persone che ricercano sensazioni forti, o visioni, o estasi, o fenomeni paranormali, o visioni magiche e sciamaniche.
Dobbiamo tenere presente che anche in Italia, come nel resto dei Paesi occidentali, abbiamo avuto una grande immigrazione di popolazioni che alle sostanze stupefacenti, per uso religioso, sono molto avvezze e che hanno perciò importato, insieme ai loro culti, anche le sostanze stesse; inoltre sono stati fatti parecchi studi e ricerche sulle usanze di culti afrobrasiliani, messicani, andini e sciamanici, i quali non disdegnano l’uso di sostanze psicotrope per divinare o entrare in contatto con le proprie divinità e questi studi sono stati diffusi con ogni mezzo, a volte sollecitando contemporaneamente la curiosità degli italiani a provare i principi psicotropi usati e fornendone i metodi di preparazione.
leggi l’articolo: Le sostanze psicotrope nelle sette
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI Anno 1- n°2| settembre 2012
MANIPOLAZIONE PSICOLOGICA: LEGGI SPECIALI O PROPOSTE ALTERNATIVE?
Caparesi Cristina[1] Dennetta Teresa[2]
Abstract
Da tempo in Italia si sono susseguite varie proposte di disegno di legge sulla reintroduzione della legge sul plagio, definita manipolazione psicologica, per colpire individui e gruppi manipolativi (Senato della Repubblica, DDL 569). Quando si varca la soglia del fenomeno settario è difficile non farsi prendere da un vortice o, come dice Pace, afferrare il senso di vertigine che può cogliere qualcuno quando persegue lucidamente un ideale religioso giustificando quasi qualunque azione, se è un obiettivo del gruppo. Sono queste le derive che più ci preoccupano, quelle che ritengono che il fine giustifichi i mezzi, anche se a farne le spese sia lo stesso valore dell’uomo che invece dovrebbe sempre essere rispettato e salvaguardato non importa quanto buona possa sembrare l’idea promossa. Non è facile rimanere calmi e sereni di fronte al dolore di chi da questi mondi di follia è tornato a raccontare la propria storia o da chi invece ha osservato un suo famigliare allontanarsi sempre di più fino a vederlo risucchiare nella spirale di un cantico da sirena. Però c’è da chiedersi: è plausibile l’introduzione di una legge contro la manipolazione mentale per risolvere il problema? Ci può essere un’alternativa tra la rassegnazione e la richiesta di leggi speciali?
[1] Coordinatrice e consulente pedagogica dello Sportello di aiuto dell ’associazione SOS Abusi Psicologici
[2] Avvocato del Foro di Udine e consulente legale dello Sportello di Aiuto dell’associazione SOS Abusi Psicologici
leggi l’articolo: manipolazione psicologica_leggi speciali
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MANIPOLAZIONI E VESSAZIONI anno 1- n°1|maggio 2012
VALUTAZIONE DELL’ABUSO PSICOLOGICO NEI GRUPPI MANIPOLATIVI
Carmen Almendros[1] , Manuel Gámez-Guadix[2], Alvaro Rodriguez-Carballeira[3], José Antonio Carrobles[4]
Il seguente articolo, dal titolo originale Assessment of Psychological Abuse in Manipulative Groups, è stato pubblicato su International Journal of Cultic Studies, vol. 2, 2011, pg.61-76. Gli autori e l’International Cultic Studies Association, proprietaria dello stesso giornale scientifico, ne autorizzano la traduzione e la pubblicazione su questo giornale. Traduzione non professionale di Cristina Caparesi.
Abstract
Questo lavoro recensisce gli studi che hanno indagato l’abuso psicologico nel’ambito di gruppo, evidenziando in modo particolare la loro valutazione e discutendone i principali risultati. È stato affermato, nei vari ambiti nei quali è stato studiato, che l’abuso psicologico è un concetto elusivo, difficile da operazionalizzare (es. Almendros, Gámez-Guadix, Carrobles, Rodriguez-Carballeira, e Porrúa, 2009). Se questo è così in famiglia (es. abuso psicologico di un figlio, partner o anziani), a scuola o a lavoro, ancora di più nei casi di gruppi che manipolano psicologicamente, un campo marcatamente meno indagato degli altri. Sebbene molto sia stato scritto su questi ultimi, le loro pratiche e le conseguenze psicologiche per gli appartenenti, pochi studi affrontano la questione della violenza psicologica alla quale alcuni dei loro adepti sono vittime, e ancora meno frequenti sono gli studi che si basano su risultati empirici (Almendros, Gámez-Guadix, Carrobles, Rodriguez-Carballeira, e Porrúa, 2009). In questo studio, i ricercatori traggono specifiche conclusioni, identificano delle lacune nella ricerca e suggeriscono delle linee guida per studi futuri che potrebbero essere interessanti da esaminare più in profondità.
Parole chiavi: abuso psicologico, gruppi che manipolano psicologicamente, sette, nuovi movimenti religiosi.